Esprimo in canto e in musica – Prefazione

Se nella stringa di ricerca di PubMed, la più grande banca dati delle pubblicazioni scientifiche mondiali, incrociamo le due parole chiave “music” e “neuroscience”, vediamo comparire oltre 1400 articoli scientifici che trattano dei rapporti fra musica e cervello.

Fra gli altri, troviamo gli studi dedicati alla decodifica del percorso che il “suono”, inteso come segnale acustico, compie nel cervello per essere percepito come tale, cioè diverso dal “rumore” che pur segue lo stesso percorso fisico attraverso l’orecchio.

Troviamo quelli che “fotografano” il cervello dei musicisti con le tecniche di imaging cerebrale, descrivendo quali aree e circonvoluzioni sono diverse e si modificano in un professionista della musica, in un apprendista e in un profano.

Troviamo quelli che confrontano il cervello nell’atto di “sentire” la musica e di “produrre” la musica.

Tutto questo lavoro scientifico sta contribuendo in maniera sostanziale alla comprensione delle basi funzionali del cervello: nello specifico di quello straordinario processo che fa sì che segnali acustici di tipo diverso quali il rumore, il parlato o la melodia, pur sfruttando lo stesso canale sensoriale, e cioè l’apparato uditivo, siano da noi percepiti in maniera sostanzialmente diversa, determinando sensazioni immediate e risposte completamente diverse: per esempio, l’attenzione per il parlato, il fastidio per il rumore, l’emozione per la musica.

Questi studi ci stanno restituendo la visione della straordinaria capacità del cervello umano di imparare e processare informazioni, le più varie, in sequenze ordinate di operazioni delle quali stiamo imparando a conoscere localizzazione, tempistiche e struttura per comporre la visione della “logica” con la quale opera il cervello umano, alla quale si ispirano e mirano anche i tentativi di ricreare una “intelligenza artificiale” informatica.

Se nella stringa di ricerca di PubMed aggiungiamo “emotion” a “music” e “neuroscience”, compaiono 211 items; questi ci avvicinano a una parte, se possibile, ancora più complessa e misteriosa del nostro cervello o, forse sarebbe meglio dire, della nostra mente, quella che ci consente di collegare “emozioni” alle esperienze sensoriali che viviamo: così come la vista di un volto può scatenare in noi profonde emozioni, positive o negative.

Così come la percezione di un profumo può evocare ricordi che ritenevano per sempre dimenticati; così come l’ascolto di una melodia o di un ritmo può avere il potere di calmare la mente, di allontanare e liberarla dai pensieri, di restituirci uno stato di profondo benessere che investe anche il corpo nel suo complesso, modificando la pressione arteriosa, il battito cardiaco, il respiro, le concentrazioni di ormoni nel sangue.

In questi studi troviamo il ricorrere di parole il cui significato scientifico è più complesso da definire, quali “empatia”, “godimento”, “tristezza”. Troviamo anche “soul”, cioè “anima”, parola talora usata in questi contesti per indicare quella interfaccia fra “cervello logico” e “cervello emotivo” il cui punto di equilibrio potrebbe forse corrispondere all’essenza dell’essere umano.

Sia il cervello logico sia il cervello emotivo si formano e reciprocamente influenzano attraverso l’apprendimento che, iniziando forse già nella vita intrauterina, ha la sua massima potenzialità nei primi anni di vita e continua per tutta l’esistenza.

Nella descrizione di questo processo non possono mancare parole quali “rete” e “plasticità”, a indicare le tracce fisiche lasciate nel nostro cervello dall’intreccio di esperienze, conoscenze ed emozioni che la vita ci propone e che noi stessi creiamo attraverso l’apprendimento cognitivo, fisico ed emozionale.

L’apprendimento alimenta le nostre memorie cognitive, sensoriali e motorie che a loro volta sono fattori determinanti nella modalità di ingresso e gestione di nuove informazioni nel nostro cervello. Su tutto questo si basa la dimensione temporale dell’esistenza: ricordare il passato, vivere il presente, immaginare il futuro.

Questo libro, dei Maestri Sabrina Simoni e Siro Merlo, partendo dall’esperienza didattica quotidiana, offre una guida all’esperienza sensoriale complessa dei bambini, che intreccia gestualità, ritmo e melodia con 6 emozioni primarie; gioia, tristezza, stupore, disgusto, paura e rabbia.

Vi si riconosce un prezioso obiettivo primario: imparare a raggiungere la consapevolezza delle proprie emozioni in risposta agli eventi, con la guida dei ritmi e delle melodie, attraverso un percorso che include gestualità e attenzione al proprio corpo.

Uno strumento semplice e prezioso per un’esperienza di apprendimento globale dei bambini, che aiuti loro, ma anche gli adulti, a non rimanere indifferenti rispetto allo straordinario potere della musica di agire sulla nostra mente e sulla nostra vita.

Professoressa Laura Calzà, MD Università di Bologna

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