Suoni smarriti - Forme Sonore Blog

Suoni Smarriti

Suoni Smarriti di Siro Merlo

Sarebbe fantastico se esistesse un “Ufficio Suoni Smarriti”: un luogo dove, al pari di un Ufficio Oggetti Smarriti, poter ritrovare e ascoltare tutti quei suoni che sono andati perduti poiché generati da voci, versi, strumenti o eventi di un tempo lontano, un tempo in cui la tecnologia della registrazione sonora non era neppure immaginabile. Potremmo ascoltare il verso di uno pterodattilo, il rumore degli scudi percossi dal gladio di migliaia di legionari romani, il suono della lira di Nerone oppure la voce di Farinelli.

Uno tra gli innumerevoli suoni smarriti è quello del Carnyx: uno strumento musicale di più di duemila anni fa. Il Carnyx era uno strumento terrificante, usato dai Celti nelle battaglie contro gli invasori romani; una sorta di corno celtico più alto di un cavallo la cui parte superiore somigliava alla testa di un cinghiale e in grado di produrre, stando alle parole dello storico romano Polibio, un “suono apro che si adatta al tumulto della guerra”.

Un gruppo di archeologi scozzesi, intenti a studiare le caratteristiche di uno degli esemplari più completi tra quelli ritrovati in una palude nel 1816, hanno pensato di affidare la fabbricazione di una replica in bronzo e ottone al fabbro John Creed per ascoltarne il suono. Risultato? Dopo quattrocento ore di meticoloso lavoro, usando le tecniche dell’età del Ferro, il Carnyx è risorto!

Alcuni musicisti ora suonano il facsimile Deskford Carnyx (dal nome del sito in cui è stato trovato). In comune con il suo antenato celtico ha le ampie dimensioni e il design intricato, tra cui una testa caratterizzata da una mascella incernierata e una lingua di legno posta su una molla che, agitando lo strumento, produce un prolungato suono percussivo. La sua flessibilità musicale è in grado di competere con gli strumenti moderni poiché, coprendo una gamma di cinque ottave, può imitare le note basse di un trombone, suonare dolcemente come un flauto e persino emettere effetti speciali come ululati o ruggiti.

Questa ricostruzione ci permette, in modo abbastanza fedele, di vivere le sensazioni sonore che provavano gli uomini dell’Età del Ferro ascoltando lo strumento originale.

Vi proponiamo un breve filmato in cui Abraham Cupeiro dimostra le possibilità espressive dello strumento. Guarda il video!

 

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